Alfred Kubin, L’altra parte (ed. orig. 1909)

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Alfred Kubin (1877-1959) è stato un illustratore, litografo, pittore e scrittore austriaco. La sua principale occupazione, penso di poter dire, fu quella di illustratore. Il suo talento in tale ambito gli permise, ad esempio, di far parte del gruppo Der Blaue Reiter (Il cavaliere azzurro), assieme a Wassily Kandinsky e Franz Marc.

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Qui parlerò di una pura impressione personale, derivata dalla lettura de Die andere Seite (L’altra parte), il suo unico romanzo, e in parte dalla visione di alcune sue illustrazioni. A mio parere si può considerare un continuatore della corrente espressiva dei poeti maledetti francesi, Baudelaire e Rimbaud. Nelle illustrazioni si può, sempre a mio parere, cogliere anche l’influsso dell’immaginario e delle creature “infernali” di Hieronymus Bosch.

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Hermann Hesse, Demian, 1919

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Un piccolo omaggio a Demian di Hesse, un autore che non penso abbia bisogno di presentazioni. Lessi questo romanzo breve a 19 anni, fu uno di quelli che mi fece innamorare della letteratura. Vi trovai, credo, un sentimento di devianza rispetto al mondo, di alterità e di difficoltà ad approcciare quella che veniva considerata la “normalità”. Insieme a questo, però, anche una sensazione di grande potenzialità. A volte i romanzi possono essere specchi, a volte lastre di marmo, a volte laghi, a volte cieli.

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Alessandro Baricco, La Via della Narrazione, 2022

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Breve e agile libretto, tratto da una lezione alla scuola Holden, in cui Baricco paragona il narrare a una disciplina spirituale orientale come potrebbe essere, ad esempio, la cerimonia del tè.

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“La cura della tecnica, l’attenzione per i dettagli, la fatica della correzione sarebbero allora quel protocollo di cura che è presente in tutte le Vie, dove il più alto traguardo spirituale passa sempre attraverso la riuscita di un gesto della mano, dell’occhio, del corpo. Fuori dalla cerchia ristretta di chi sa compiere quei gesti con una perizia speciale si moltiplica il numero di coloro che aspirano a compierli in modo semplicemente educato, e a esercitarli, e a perfezionarli. Intuiscono che nella loro ripetizione dimora una disciplina antica, una Via tra le altre. A essa non sembra insensato affidare il compito possibile di portare brevi esistenze individuali a compimento, saldando quanto è certo nella loro coscienza a quanto ancora è pagina in bianco e carta coperta”.

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