Carlo Levi, Cristo si è fermato a Eboli

Copertina del libro Cristo si è fermato ad Eboli
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Solo qualche parola, prima di lasciarla ad Alicata.
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Questo romanzo, o forse sarebbe meglio dire memoriale o diario, forse più romanzato nella forma che nella sostanza degli eventi, ha uno stile di scrittura particolare e notevole. Ha avuto un influsso pratico sulla situazione che ha descritto, perché letto e preso in seria considerazione anche dalla politica di allora come una denuncia sociale dello stato in cui si trovavano alcune parti del Mezzogiorno. Descrivendo la stasi, peraltro attiva, del protagonista in confino riesce a rendere in maniera realistica ed artistica allo stesso tempo, al pari di altri grandi romanzi del neorealismo italiano, un’altra stasi, la storia immobile di un popolo senza più speranza, creando una singolare risonanza tra individuo, individui e ambiente sociale nella loro interazione, che appare altrettanto certa ed ineluttabile.

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Poesia per Siviglia

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Di Siviglia resteranno le arance a dicembre, 

Le luci delle architetture gotiche e arabe sul fiume di sera, 

le espressioni orgogliose e tormentate del flamenco,

il battito dei tacchi sul pavimento, la litania delle voci, la chitarra. 

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Resteranno le parole scambiate con un senza casa

su una panchina di fronte alla Cattedrale, 

resterà l’eco dei passi nel Casco Viejo, 

eco di passi di un altro Casco Viejo

direbbe forse Borges.

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Resteranno le folle accalcate fuori dai locali, 

resterà un Cristo su fondo nero

terribilmente elegante di Zurbaràn.

Resterà la mia amata ceramica araba. 

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O forse nulla di tutto questo.

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Resteranno i monumenti, 

resterà Zurbaràn, 

resterà il flamenco 

resteranno i turisti.

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Qualche riflesso, forse.

Qualche riflesso, sì, in altre parole, in altri pensieri.

In altre emozioni. 

Egitto XI: La Valle dei Nobili e i Colossi di Memnone

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A Luxor, l’antica Tebe, sulla sponda ovest del Nilo, si trova la necropoli di Sheikh Abd el-Qurna (in arabo: شيخ عبدالقرنة). Fa parte della cosiddetta “Valle dei Nobili”, e si colloca dunque accanto alle più famose Valle dei Re e Valle delle Regine.

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Cormac McCarthy, Il buio fuori

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Sto leggendo l’opera di McCarthy dall’inizio. Questo è il suo secondo romanzo, dopo “Il guardiano del frutteto” del 1965. Fu pubblicato nel 1968.

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Non so se dire prima che anche questo romanzo ha un tono piuttosto cupo. Sì, ancora più del primo. Oppure che, di questi due romanzi, più che la storia mi rimarrà l’atmosfera. Ed è un complimento.

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