Fathy Ghanem, The Man Who Lost His Shadow

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Fathy Ghanem, The Man Who Lost His Shadow, The American University in Cairo Press, 1994 (in inglese, 1962 in arabo).

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A mio parere uno dei migliori romanzi del Novecento. Lo metto sullo stesso piano di un Musil, di un Hesse, di un Sartre, di un Camus, di un Nabokov, di un Mishima, di un Vittorini…

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È un romanzo egiziano, l’ho incontrato e preso per caso in una libreria a Dahab, un posto incantevole sul Mar Rosso vicino a Sharm el-Sheikh, una cittadina un po’ più a misura di viaggiatore piuttosto che di turista. L’ho preso per il titolo e per quello che ho letto sulla quarta di copertina.

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L’Ombra è un tema che mi è caro, richiama Peter Schlemihl (senza mai citarlo, se non nel titolo). Il romanzo narra la vita di un uomo raccontata da quattro punti di vista diversi, due donne, un altro uomo e se stesso. Il protagonista vive al Cairo, nato da famiglia povera, il padre insegnante, orfano di madre, diventa giornalista e poi direttore di un giornale molto importante. È un uomo, tuttavia, nonostante l’apparente successo, che vive in una sorta di bolla, trascinato dalle correnti, incapace persino di capire chi sia veramente.

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Ecco come descrive il protagonista uno dei personaggi, Nagi, il direttore a cui il nostro farà le scarpe (guidato dal proprietario del giornale):

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“The man’s unreal. Too polite… too frank… too sentimental… too clever… too everything. Nobody can really be like that. He must be a fraud […] Do you know what being a fraud means? It’s not easy. It’s a talent. You must learn to delete your real opinions, to show others the appearance they want to see… to make them cry when your heart is laughing… to get they worked up when they have no idea what for…”

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Oltre a descrivere un uomo senz’ombra, questo romanzo costituisce anche un affascinante affresco della società egiziana del tempo, dalle classi bassi a quelle altolocate.

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L’autore (1924-1999) è stato giornalista, editorialista e capo redattore in Egitto. Su di lui ho trovato poche informazioni, sembra aver scritto tre romanzi. Questo, in particolare,pare ricalcare la sua vita, ma non posso affermare con certezza che si tratti di una sorta di autobiografia.

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Che io sappia non è mai stato tradotto in italiano. A mio modesto parere se qualche editore illuminato lo rendesse disponibile ai nostri lettori farebbe un buon servizio al Mondo delle Lettere.

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