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Autore: Fabio Garzitto
Gerusalemme Parte II (I luoghi sacri)
Gerusalemme è una città santa per le tre grandi religioni monoteiste: cristianesimo, islamismo ed ebraismo. Ad esse corrispondono almeno tre luoghi sacri: Il Santo Sepolcro, il Monte del Tempio e la Sinagoga Hurva.
Avrei potuto soffermarmi su altro, per trasmettere sensazioni di un viaggio in Israele e a Gerusalemme: natura, persone, emozioni. Tuttavia mi pare che anche solo attraverso la storia del Monte del Tempio e del Santo Sepolcro si possano narrare, in sintesi, non solo tutti gli scontri e le tensioni che caratterizzano, si potrebbe dire da sempre, questo piccolo Paese (in termini di territorio) ma anche la magia, il fascino che per qualche ragione Gerusalemme emana.
Ai tre luoghi sopra citati ne aggiungerò altri due fortemente caratterizzanti la Città Santa, rispetto ai quali il viaggiatore moderno, come quello del passato, non può rimanere indifferente. Il Muro del Pianto e le Mura.
Randy Ingermanson, How to write a Novel using the Snowflake Method, Ingermanson Communications, Inc., 2014
Sono istintivamente contrario a scuole di scrittura o manuali di scrittura. Sono cioè dalla parte di tutti quei (penso numerosi) scrittori che sostengono che a scrivere non si può insegnare. Sarebbe, in sostanza, una di quelle cose che hai o non hai. D’altra parte una volta ho sentito un’intervista ad un insegnante di scrittura creativa che diceva che i suoi corsi servivano ad essere pronti quando l’ispirazione fosse venuta, a mettere insomma insieme una sorta di valigetta degli strumenti, e l’ho trovata un’affermazione sensata. Io ho un background semiotico, considero Umberto Eco un maestro, dunque non sono a digiuno di materie quali ad esempio la narratologia. Per chi non avesse mai sentito parlare di questi temi, forse, un corso di scrittura creativa potrebbe aiutare. D’altra parte è anche vero che molti scrittori di successo, forse la maggioranza, hanno imparato leggendo e scrivendo. Altri vengono invece da scuole di scrittura. Pare che in questa, come in molte altre questioni, non vi sia una ricetta fissa.
Ho deciso di ‘schedare’ brevemente questo testo perché mi ha aiutato a finire un libro (iCal) in cui per vari motivi ero invischiato da anni, non riuscivo a ‘risolverlo’.
Giuseppe Ungaretti, Veglia
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Un’intera nottata
buttato vicino
a un compagno
massacrato
con la sua bocca
digrignata
volta al plenilunio
con la congestione
delle sue mani
penetrata
nel mio silenzio
ho scritto
lettere piene d’amore
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Non sono mai stato
tanto
attaccato alla vita
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Giuseppe Ungaretti, Cima Quattro il 23 dicembre 1915
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Gerusalemme parte I (Storia)
Non sapevo cosa aspettarmi da Gerusalemme. Posso dire che verso la Città Santa mi hanno spinto storia, spiritualità, curiosità, l’incontro (o lo scontro) tra Occidente ed Oriente, tra civiltà cattoliche, ebraiche e musulmane, il suo essere anche centro nevralgico in una scacchiera geopolitica mondiale tra Stati Uniti e Stati arabi.
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Luogo sacro per le tre più grandi religioni monoteiste al mondo: ebraismo, cattolicesimo e islamismo. Sacra per gli ebrei perché qui si trovava il Tempio di Salomone e perché era stata la capitale di Giuda prima ancora che d’Israele, citata ben 669 volte nella Torah. Sacra per i cristiani perché lì vicino, attorno al Mar di Galilea, Cristo aveva vissuto e predicato, e proprio lì era morto e risorto. Israele è citata nella Bibbia più di duemila volte. Terzo luogo più sacro per i musulmani, dopo la Mecca e Medina, perché qui sarebbe dove Maometto ascese al cielo.
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Ero, e rimango, attratto anche dalla storia del popolo ebraico. Ebbi modo di conoscere in Nuova Zelanda, molti anni fa, alcuni israeliani di cui mi colpirono intelligenza e scioltezza nell’uso dell’inglese. La loro storia è nota a tutti, almeno per quanto riguarda la Shoah, lo sterminio di 6 milioni di ebrei da parte dei nazisti.
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La storia di Gerusalemme è, almeno in parte, la storia del popolo ebraico e della Bibbia. Gli Ebrei, alle origini dei tempi, erano un popolo di pastori nomadi organizzato in tribù guidate da un patriarca. La tradizione biblica inizia con uno di questi patriarchi, Abramo, originario della città di Ur in Mesopotamia, il quale si diresse verso la costa mediterranea della Siria per stabilirsi verso il 1800 a.C. nella terra di Canaan, la terra promessa loro da Dio (quella terra che duemila anni dopo, nel II secolo d.C., i Romani denominarono “Palestina”). Da tale terra, dopo l’epoca dei patriarchi (Abramo, Isacco e Giacobbe), essi migrarono in Egitto stabilendosi pacificamente in quel paese.