Introduzione alla Scuola di Francoforte

La Scuola di Francoforte è stata una scuola sociologico-filosofica di orientamento neo-marxista. Si chiama in questo modo proprio perché il primo nucleo, formato da intellettuali tedeschi di origine ebraica, fondò nel 1923 l’Istituto per la ricerca sociale all’interno dell’Università Joahnn Wolfgang Goethe a Francoforte sul Meno, in Germania.

Nel discorso ufficiale in cui assunse la carica di direttore, nel 1924, Grünberg affermò che l’Istituto si prefiggeva il compito di comprendere il mondo e, attraverso tale comprensione, di cambiarlo. All’avvento del nazismo il gruppo si trasferì dapprima a Ginevra, poi a Parigi e infine a New York, dove fu accolto dalla Columbia University. Dopo la seconda guerra mondiale alcuni esponenti, tra cui Adorno, Horkheimer e Pollock, rifondarono l’istituto a Francoforte.

Tra i principali esponenti ricordiamo Theodor Adorno, Max Horkheimer, Herbert Marcuse, Friedrich Pollock, Leo Lowenthal, Erich Fromm e Jürgen Habermas. La scuola raccolse brillanti studiosi di diverse discipline e ambiti culturali. Alcuni loro testi divennero manifesti filosofici della Nuova Sinistra e influenzarono il Movimento del ’68. Sebbene abbia ricevuto molte critiche, ed alcune teorie espresse siano state decisamente sorpassate, ha avuto a mio parere il grosso merito di cercare di mettere assieme prospettive teoriche diverse per studiare e criticare la società a lei contemporanea, da quelle filosofiche a quelle economiche a quelle sociologiche a quelle psicoanalitiche, evidenziando alcune punti critici dell’allora società industriale, alcuni dei quali possono probabilmente essere utili ancora oggi per leggere la nostra società post-moderna.

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La fatica di essere se stessi, di Alain Ehrenberg

Ehrenberg, Alain, La fatica di essere se stessi. Depressione e società (La fatigue d’etre soi. Dépression et société, 1998).


Offrire un quadro d’insieme della malinconia… sarebbe come scrivere la storia della sensibilità dell’uomo contemporaneo.

Raymond Klibansky


Ho incontrato questo libro mentre cercavo di capire e approfondire come fosse cambiato il concetto di ‘io’ nel tempo. In questo senso, e sicuramente anche in molti altri, questo testo è molto interessante perché, studiando come siano cambiate le “malattie psichiche” nel corso del tempo, si può comprendere non solo come siano cambiate tali malattie, ma anche come sia cambiata la maniera di considerarle e, soprattutto, la psiche stessa.

Alain Ehrenberg è un sociologo francese. Attualmente è direttore del Cesames (Centre de recherches psychotropes, Santé Mental, Societé), di cui è stato il fondatore.

Nel 1970 la psichiatria dimostra che la depressione è il disturbo psichico più diffuso al mondo. L’autore si chiede quali siano le ragioni e le implicazioni sociali per cui essa abbia potuto conquistare il primato fra le patologie del profondo e, appunto, in quale misura essa è rivelatrice delle mutazioni dell’individuo nell’ultimo scorcio del XX secolo.

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