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Era un mattino
Non era presto
Ma la città si sveglia tardi
C’era una luce strana
Forse filtrata dallo smog
La città dormiva ancora.
In questa sezione pubblico una selezione di poesie
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Era un mattino
Non era presto
Ma la città si sveglia tardi
C’era una luce strana
Forse filtrata dallo smog
La città dormiva ancora.
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Un uomo a una mostra di Salgado.
Le foto erano degli anni Ottanta e Novanta,
raccontavano mondi scomparsi.
Lotte contadine, pugni alzati.
In Italia forse nel Dopoguerra, negli anni Sessanta o Settanta, forse in Sudamerica esistono ancora.
Chissà.
L’uomo era davanti ad un’opera, fotografava dettagli con uno smartphone.
Il volto incavato, pallido, gli abiti smessi.
Era strano, si muoveva come dovesse scusarsi d’essere lì.
La sua presenza mi ha rincuorato, ai miei occhi era vero.
Tra lui e quelle foto, forse, c’era ancora una qualche connessione.
Quelle opere non avevano ormai più nulla a che fare con quella stanza, con quel paese, il paese dove giace il corpo di Pasolini, con me, con tutta la gente presente.
Ma lui non era come noi. Lui e quelle foto forse potevano ancora parlarsi.
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L’acqua calma, appena mossa,
su cui si muove placido il vento,
una grande isola al centro,
le colline attorno ci guardano,
ma non ci fanno paura.
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Io non sono io
Sono colui
che cammina accanto a te senza che io lo veda;
che, a volte, sto per vedere,
e che, a volte, dimentico.
Colui che tace, sereno, quando parlo,
colui che perdona, dolce, quando odio,
colui che passeggia là dove non sono,
colui che resterà qui quando morirò.
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Juan Ramòn Jimènez (1881-1958)
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Avanzano, i folli
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Dai tempi dei tempi, per fede
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Ognuno come può, verso dove crede
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Seguono tracce, vorrebbero lasciarne
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Fiori nel magma, bruceranno
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Scintille, nel vento
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