Cos’è l’Arte? Io sarei per definirla come un artigianato di livello superiore. Una sorta di “super-artigianato”.
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Esiste infatti nel lavoro artistico una componente fisica, corporea, che ha a che fare con l’abilità tecnica, con il lavoro della mano. Con l’abile ripetizione di gesti che diventano via via più sicuri, precisi, fino a raggiungere l’eccellenza. Ciò è ben visibile in una pittura, in una scultura, in un musicista alle prese con il suo strumento, ma ritengo sia in qualche modo vero anche per la composizione di un brano musicale, di una poesia, o di un romanzo. Cambia la materia, non è più marmo, o legno, sono parole, sono note musicali. Ma anche queste necessitano di essere forgiate, composte, equilibrate, raffinate, lucidate.
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Ma il saper fare, nell’arte, non basta. Dietro un’opera d’arte vi sono anche una struttura mentale in grado di concepirla (intelligenza), studio della storia (conoscenza delle forme artistiche precedenti, del canone e possibilmente anche di ciò che esce dal canone), studio e pratica della tecnica, talento (un fattore di difficile definizione, di primo acchito, probabilmente dipendente dalla forma artistica a cui ci si riferisce e composto a sua volta da diversi fattori o caratteristiche), tanto lavoro, sensibilità, gusto estetico.
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Essere (nel senso di essere adatti). Sapere. Saper fare. Tutti questi fattori, a mio parere, devono essere presenti nell’artista. E si riflettono nella sua opera.
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Ciò detto, assumendo l’arte come una delle massime forme di espressione della libertà (e forse anche dell’essenza) umana, quanto detto finora potrebbe anche essere completamente sovvertito in qualche caso particolare. Non mi viene però in mente nessun caso in cui gli elementi sopra citati manchino del tutto, o anche solo in forma sostanziale.
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A ciò, come ulteriore elemento di ammorbidimento del tentativo di definizione, va aggiunto l’atto interpretativo. Anche quest’ultimo, comunque, si potrebbe includere nel canone, nel gusto, o nella sensibilità di un certo periodo, o cultura. Così come, del resto, l’apparato critico.
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Meriterebbero poi certo una riflessione anche il mercato e, in tempi più recenti, il marketing. Rimaniamo tuttavia fiduciosi che, loro malgrado, almeno un barlume di purezza sia in grado di resistere. E, continuare a risplendere. Di luce propria.