La questione è tutta qui: essere pronto a sacrificare la propria libertà, disse G. L’uomo, in modo cosciente o incosciente, lotta per la libertà, come la immagina ed è questo che gli impedisce anzitutto di raggiungere la vera libertà. Ma colui che è capace di raggiungere qualche cosa arriva prima o poi alla conclusione che la sua libertà è un’illusione, ed allora acconsente a sacrificare questa illusione. Diventa schiavo volontariamente*. Fa ciò che gli si dice di fare, ripete ciò che gli si dice di ripetere, e pensa ciò che gli si dice di pensare. Non ha paura di perdere alcunché, perché sa che non possiede niente. In tal modo acquisisce tutto. Ciò che in lui era reale, nella sua comprensione, nelle sue simpatie, i suoi gusti e i suoi desideri, tutto gli ritorna con nuove proprietà che egli non aveva e non avrebbe mai potuto avere prima, insieme a un sentimento interiore di unità e di volontà.

G.I. Gurdjieff citato da Ouspensky, Frammenti di un insegnamento sconosciuti

* Schiavo del maestro, penso (nota mia)

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