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Devo molto
a quelli che non amo.
Il sollievo con cui accetto
che siano più vicini a un altro.
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La gioia di non essere io
il lupo dei loro agnelli.
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Mi sento in pace con loro
e in libertà con loro,
e questo l’amore non può darlo,
né riesce a toglierlo.
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Non li aspetto
dalla porta alla finestra.
Paziente
quasi come un orologio solare,
capisco
ciò che l’amore non capisce,
perdono
ciò che l’amore non perdonerebbe mai.
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Da un incontro a una lettera
passa non un’eternità,
ma solo qualche giorno o settimana.
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I viaggi con loro vanno sempre bene,
i concerti sono ascoltati fino in fondo,
le cattedrali visitate,
i paesaggi nitidi
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E quando ci separano
sette monti e fiumi,
sono monti e fiumi
che si trovano in ogni atlante.
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E’ merito loro
se vivo in tre dimensioni,
in uno spazio non lirico e non retorico,
con un orizzonte vero, perché mobile.
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Loro stessi non sanno
quanto portano nelle mani vuote.
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“Non devo loro nulla” –
direbbe l’amore
su questa questione aperta.
Wislawa Szymborska (1923 – 2012), Vista con granello di sabbia, 1996
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