Essaouira è una ridente cittadina marocchina di circa 70.000 abitanti sull’Oceano Atlantico, a circa 200 km da Marrakech.
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Val la pena spoilerare subito che fa parte del Patrimonio Unesco dell’Umanità in quanto esempio di cittadina fortificata del XVIII secolo in stile europeo in Nord Africa.
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La medina, la parte più antica, è circondata da mura che a mio parere sono il suo carattere distintivo e più caratteristico, assieme al mercatino a cielo aperto fra i suoi vicoli.
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È una cittadina molto ventosa, ideale per gli sport acquatici a vela, la baia è protetta dall’isola di fronte e quindi il mare risulta poco mosso. Per prendere il sole, a mio gusto, c’è un po’ troppo vento.
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Sebbene l’impianto architettonico moderno risalga al XVIII secolo dà l’impressione di essere più antica.
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Le informazioni che seguono, che ne ricostruiscono brevemente la storia, sono tratte principalmente da Wikipedia.
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Venne fondata nel VII secolo a.C. da mercanti cartaginesi in un luogo abitato da popolazioni berbere. In seguito alla terza guerra punica il regno berbero di Essaouira entrò nell’orbita commerciale romana, basandosi sull’industria della salagione e sulla tintura a base di porpora.
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Parecchi secoli dopo la conquista araba, avvenuta nel VII secolo d.C., la città si riprese dal suo lungo torpore quando venne riscoperta dai marinai portoghesi, che si installarono in città ribattezzandola Mogador (derivato dal nome di un maestro spirituale marocchino locale). L’arrivo degli europei coincise con la fioritura della comunità ebraica, i cui componenti negli anni divennero intermediari politici e commerciali tra il sultano e le potenze straniere.
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Nel 1764, il sultano Muhammad III del Marocco decise di fare di Essaouira una base navale fortificata e chiamò l’architetto militare francese Théodore Cornut a ridisegnare la città. In tre anni i lavori stravolsero l’impianto urbanistico della vecchia Mogador per creare una città moderna di stampo europeo, con un largo viale centrale a portici e dritte vie trasversali; il tutto fu rinchiuso in una poderosa cinta di mura. Alla sua planimetria perfettamente regolare la città deve il suo nome attuale: «la ben disegnata».
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Fino alla prima metà del XIX secolo Essaouira vide crescere sempre più la sua importanza e la città godette di una formidabile prosperità grazie anche alla numerosa comunità ebraica, il cui numero era superiore a quello dei musulmani. Per anni unico porto marocchino aperto al commercio estero, Essaouira divenne un importante scalo marittimo dove venivano imbarcate le merci giunte in città attraverso le vie carovaniere.
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Il declino di Essaouira divenne rapido con l’instaurazione del Protettorato francese del Marocco (1912) e con lo sviluppo di altri porti (Casablanca, Tangeri e Agadir). Finita al margine delle rotte marittime a causa delle sue acque poco profonde, la città è rapidamente risorta negli ultimi cinquant’anni, grazie al turismo ma anche alla sua vocazione culturale e musicale.
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A metà degli anni Sessanta fu il luogo dove si riunirono numerose comunità hippy che ospitarono tra l’altro artisti come Jimi Hendrix, Frank Zappa, Bob Marley, Sting. Ad attirare Jimi Hendrix a Essaouira fu la gnawa, musica introdotta in Marocco dagli schiavi neri (a Meknes c’è un bellissimo museo dedicato alla musica tradizionale marocchina, ne parlerò in un articolo successivo).
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Oltre che per il surf e il turismo, Essaouira è celebre oltre ai confini del Marocco principalmente per due prodotti di artigianato. In città è estremamente facile trovare ceramiche, tappeti e prodotti in cuoio di pregevole fattura, ma quel che è unico ad Essaouira sono l’olio di Argan e il legno di Tuia.